Canale di Cesenatico

Il porto-Canale di Cesenatico viene scavato nei primissimi anni del sec. XIV dal Comune medievale di Cesena, che lo dota anche di una piccola fortezza per la sua difesa. Il 6 settembre 1502 è oggetto di un sopralluogo da parte di Leonardo di Vinci, incaricato da Cesare Borgia di verificare le infrastrutture civili e militari del nuovo ducato di Romagna: in tale visita Leonardo realizza due disegni del porto canale – una veduta a volo d’uccello e una pianta quotata e orientata – entrambi presenti nel “Codice L”, uno dei suoi taccuini di appunti, conservato a Parigi alla biblioteca dell’Institut de France. In particolare Leonardo doveva risolvere il problema dell’interramento dell’imboccatura. La sua idea era quella di costruire uno sbarramento con “Porte mobili” all’altezza dell’attuale Ponte di S. Giuseppe, per immagazzinare l’acqua dei canali durante l’alta marea e rilasciarla durante la bassa, in modo da ottenere una forte corrente in uscita che ripuliva dalla sabbia l’imboccatura. (Da notare che anche lo sfalsamento dei due moli contribuisce oggi a mantenere sgombro il porto). Purtroppo i veneziani riuscirono a rioccupare il porto tra il 1502 e il 1505, sicché Leonardo non riuscì a realizzare il suo progetto, di cui sono rimasti solo alcuni appunti. Non vi sono documenti che autorizzino a ritenere il Porto Canale di Cesenatico esito di una progettazione leonardesca (il porto esisteva già da due secoli) né modificato sulla base di suoi suggerimenti: tuttavia, il “passaggio” di Leonardo ha avuto una forte valenza identitaria per la comunità locale, tanto da far definire il Porto Canale “Leonardesco”

Informazioni tratte da: Wikipedia l’enciclopedia libera
Dal sito Storia di Cesenatico: https://www.homolaicus.com/storia/locale/cesenatico


Diorama realizzato da Luigi Vanetti
  • Diorama realizzato nel 2017
  • Scala 1: 25
  • Lunghezza 6,0 m
  • Larghezza 1,2 m

In questa carrellata di immagini trovate la descrizione completa della costruzione del canale, con tutti i procedimenti per la realizzazione dei particolari, soluzioni che possono interessare il modellista, per effettuare qualsiasi lavoro.


Di seguito troverete le imbarcazioni presenti nel Canale di Cesenatico, realizzate da Luigi Vanetti, imbarcazioni utilizzate nell’alto Adriatico tra la fine del Ottocento e l’inizio del Novecento.

Se desiderate vedere le foto delle riproduzioni, cliccate sulla foto o sul nome dell’imbarcazione.

Trabaccolo da trasporto Giovanni Pascoli del 1936.
Detto anche “barca da viaggio” era la versione più grande del trabaccolo da pesca ed era utilizzato soprattutto per il trasporto di merci varie. Si trattava, infatti, piccolo veliero, diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo.

Trabaccolo da pesca, detto anche “barchett”. E’ una tipica barca della costa romagnola in uso nel 1925. E’ caratterizzata dall’ampia prua a “petto d’anatra” e dagli occhi in rilievo. Aveva un albero di maestra e uno di trinchetto, entrambi con vele al terzo decorate con figure o simboli.


Bragozzo d’altura è una variante di maggiori dimensioni del bragozzo. In uso nel XIX secolo era impiegato per la pesca d’altura. Solitamente queste imbarcazioni pescavano riunite in piccole flotte e utilizzavano imbarcazioni minori, ad esempio il topo, per il trasporto del pescato a terra.

Topo chioggiotto è del 1950. Come il bragozzo, anche il topo è un’imbarcazione tipica della Laguna di Venezia, dove è tuttora utilizzato nella sua versione motorizzata. Di lunghezza variabile da 6 a 10 metri, era una barca molto agile e veloce, dal fondo piatto e allunato alle estremità per facilitarne il disimpegno in caso di arenamento.


Paranza del 1951 riproduce una imbarcazione originaria della costa di Marche e Abruzzo. Era simile al trabaccolo per la prua ampia e ricurva “a petto d’anatra”. Si distingue però dalle altre barche originarie dell’alto Adriatico per il lungo pennone superiore.

Lancetta adriatica, del 1949, era una barca molto diffusa, caratterizzata dalla prua e dalla poppa verticali, con un solo albero armata di vela al terzo (due per il tipo più grande del “lancione”). Ogni lancia, in genere, era portata da un pescatore e da un ragazzo.


La Battana era una barca semplice ed economica, molto versatile per la piccola pesca costiera. Aveva un solo albero con vela al terzo e un polaccone (fiocco). Il fondo era piatto, e ogni pezzo della struttura era rettilineo e quindi facilmente reperibile.

Bragozzo del 1960 è una imbarcazione per la pesca e/o per il trasporto di merci. Molto diffusa nel medio e alto Adriatico praticava il piccolo cabotaggio spingendosi fino al mar Ionio. E’ dotata di due alberi armati con vele al terzo.


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