A cura di Rolando Maeran
Nel 1700 l’architettura navale era già ben delineata, conosciuta e molto dettagliata. Sia nella parte costruttiva che in quella operativa, basta leggere come erano descritte minuziosamente le tabelle relative alla costruzione dei componenti della nave e le operazioni a bordo non solo per la navigazione o per le competenze ma anche per il comportamento e la vita quotidiana dell’equipaggio.

Facente parte dell’equipaggio erano imbarcati anche un cappellano e un frate, in genere erano dei cappuccini e anche per loro era stabilito tra l’altro come dovevano essere vestiti, diciamo più o meno come oggi col saio color bruno, cappuccio e un mantello che doveva arrivare a metà coscia, piedi nudi o con sandali, classico cordone come cintura e immancabile corona del rosario. Dovevano seguire una precisa ordinanza che indicava quali erano le loro funzioni e responsabilità. La cappella era situata nelle vicinanze nella santa barbara.
Dovevano dire le preghiere mattino e sera ad alta voce annunciando l’angelus suonando la campana più grande, non quella piccola che regolava gli orari e i turni di guardia. Eseguire la messa tutte le domeniche e feste comandate, in caso di combattimenti o in prossimità di questi veniva rimandata ad altro giorno. La domenica e le feste comandate il cappellano doveva insegnare il catechismo agli uomini che non erano di servizio, senza eccezione alcuna. In caso di morte i funerali avevano un diverso cerimoniale in base al grado. Dopo dodici ore dalla morte il corpo veniva avvolto in una vecchia tela e ai piedi si legavano dei pesi. Tutti i morti venivano gettati in mare nello stesso modo, appoggiati su una tavola e fatti scivolare fuori bordo. Questo cerimoniale però doveva avvenire assolutamente dal lato di tribordo (che per chi come me fa sempre confusione sarebbe il lato di dritta cioè la destra) definito “il lato nobile” infatti dall’altro lato venivano gettati gli avanzi del mangiare e le carogne degli animali morti. Per un minimo di discrezione i corpi venivano fatti scivolare dal primo o dal secondo ponte, facendo arretrare il cannone e passare la tavola attraverso il portellone. Se il morto era un marinaio, il cappellano si accontentava di riunire qualche uomo dell’equipaggio per dire con loro la preghiera e la funzione dei morti. Nel caso di un nostromo o un mastro armiere o mastro carpentiere ecc. il cerimoniale era un po’ più importante, il numero degli uomini presenti era maggiore e in questo caso si suonava la campana grande. Per lo stato maggiore era stilato un protocollo ben definito e si presentava l‘onore delle armi. Se il morto era il comandante tutta la guarnigione del vascello presenterà le armi, i tamburi suoneranno ma coperti da un panno nero per suonare in sordina. Verranno sparati nove colpi di cannone e il cappellano dirà una messa. Nel caso fosse il comandante in seconda stessa procedura ma niente colpi di cannone, per un luogotenente solo un terzo delle truppe presenteranno le armi.
In mare la morte era onnipresente e la pietà e preghiera per i marinai rappresentava un aiuto morale e consolatorio ma attenzione, quelli che non assistevano volontariamente alla messa o alle preghiere o al catechismo venivano puniti con sei colpi di frusta e se erano recidivi il doppio. Se non portavano rispetto ai santi sacramenti venivano messi per tre giorni ai ferri con una trattenuta di 20 soldi sul loro salario. I bestemmiatori messi ai ferri a pane e acqua e privati di un mese di salario se poi fossero stati recidivi, condannati dal consiglio di guerra ad avere forata la lingua con ferro rovente. Nella realtà il fervore dei marinai verso la religione non ha mai portato ad usare una simile crudele punizione. Naturalmente un compito importante e indispensabile del cappellano era l’estrema unzione dei moribondi e dei morti. Ogni domenica nel pomeriggio si celebravano i vespri i cui orari venivano designati dal comandante.
Quante persone erano imbarcate sui vascelli francesi da guerra e come era composto l’equipaggio? Cercherò di non entrare troppo nel dettaglio cosi raggrupperò i componenti in quattro famiglie.
Lo Stato Maggiore, l’Equipaggio o più genericamente i marinai, la guarnigione ovvero i soldati e il personale di servizio.

Stato Maggiore
Il comandante, il vice comandante, 5 luogotenenti, 5 porta insegne, Nello stato maggiore compaiono 16 guardia marina ma anche se rientrano come componenti dello stato maggiore non ne facevano parte erano praticamente degli allievi senza potere decisionale.
Totale 17 persone
Equipaggio
Capi
- N.27 capi addetti alle manovre
- N.07 capi pilota (timonieri)
- N.06 carpentieri
- N.04 capi velai
- N.06 calafatieri
- N.43 cannonieri
Sottocapi
- N.10 gabbieri
- N.10 timonieri
- N.134 marinai specializzati
- N.136 marinai di media esperienza
- N.134 marinai generici
- N.65 mozzi
Totale 585 persone

Guarnigione, i soldati
- N.01 Furiere
- N.06 Sergenti
- N.06 caporali
- N.06 appuntati
- N.96 fucilieri
- N.03 tamburini
Totale 118 persone
Personale di Servizio
- N.01 primo chirurgo
- N.02 aiuto chirurghi
- N.01 farmacista
- N.01 segretario
- Generalmente erano tutti civili
- N.01 mastro armiere
- N.01 primo addetto alle munizioni
- N.01 secondo addetto alle munizioni
- N.02 maestri camerieri
- N.01 bottaio
- N.01 cuoco
- N.01 macellaio
- N.01 panettiere
- N.17 camerieri,
- Questi dovevano avere compiuto 20 anni ed erano al servizio dello stato maggiore, due per il comandante e due per il comandate in seconda, mentre il capo chirurgo e il cappellano dovevano accontentarsi di un mozzo o di un ragazzo di bordo.
Totale complessivo 775 persone imbarcato

Parliamo velocemente di denaro. Un vice ammiraglio aveva uno stipendio annuo di 24.000(lire)
Un comandante di vascello 3600, un luogotenente 1600, un guardiamarina 360, per tutti gli altri la paga mensile era per un capo manovra, capo cannoniere, un mastro calafatiere, capo carpentiere mastro velaio e capo pilota 60 lire circa (si andava dalle 50 alle70). Per i marinai si andava dai gabbieri 24 lire fino ai mozzi 8 lire. Mentre per la guarnigione c’era una distinzione, se facevano parte del corpo reale della fanteria di marina la paga mensile era dalle 33 del furiere ai 9 del fuciliere e il tamburino 12 se invece facevano parte del corpo dei Bombardieri di marina, la paga era: Furiere 50, sergente 45 caporale 30 artificiere 27 bombardiere 24 e tamburino 21.
NB. le immagini sono puramente indicative, non hanno nessun riferimento storico.
Dati ricavati dalla enciclopedia
“Vascello da 74 cannoni” di Jeabn Boudriot