L’azionamento delle ruote di cui era dotato il Gulnara era assicurato da un apparato motore a cilindri oscillanti, comune a tutte le prime navi a vapore. Esso era costituito da due corti cilindri, alimentati da un’unica caldaia, uno con vapore ad alta pressione e l’altro con vapore a bassa pressione, oscillanti sul loro asse trasversale in modo da poter trasmettere il moto alternativo dello stantuffo alle manovelle dell’asse delle ruote senza l’intermediario di una biella. Poiché l’asse motore delle ruote era quasi all’altezza del ponte, le manovelle, nel loro moto, sporgevano al di sopra dello stesso ed erano protette con dei carabottini. I primi propulsori a ruote erano del tipo a pale fisse. I bracci della ruota erano dodici ed otto di essi portavano delle doppie pale rigidamente collegate alla struttura della ruota stessa. Quattro bracci erano invece muniti di pale in un sol pezzo leggermente più corte per mantenere identica la superficie totale che potevano essere abbattute sfilando il perno superiore. Durante la navigazione a vela, la ruota era fissata in modo che i bracci immersi fossero quelli portatori di pale abbattibili. Così, le pale abbattute, o eventualmente anche rimosse sfilando il perno inferiore, non offrivano più resistenza al moto. Il Gulnara poteva utilizzare per la propulsione all’occorrenza anche il vento in quanto aveva il trinchetto armato con vele quadre , l’albero di maestra con vele auriche e il bompresso con fiocchi.

L’avviso Gulnara nel 1835
Informazioni e foto tratti da: Wikipedia l’Enciclopedia Libera