La finitura
Le operazioni di finitura rappresentano certamente la fase più delicata del restauro e richiedono di procedere in modo sistematico e coordinato in maniera da non dimenticare qualche particolare e da non interferire col lavoro degli altri…. restauratori. Nel nostro caso, ormai manca poco e si può anche procedere “ a vista” per riportare il modello agli antichi splendori.



Si procede a ultimare anche l’impianto elettrico del modello .



I supporti e le ruote per il trasporto vengono montati mentre si sta provvedendo alla costruzione di una bacheca in plexiglas trasparente a protezione del modello. Arriva la metà di ottobre 2007 e, anche per tenere vivo l’interesse locale e per dare visibilità ad un’opera per la quale il Comune ha messo a disposizione una sala ed un generoso contributo, si presenta al pubblico ed alle Autorità lo stato di avanzamento dei lavori con una piccola ma simpatica cerimonia che suggella la collaborazione tra il Comune di Carimate e l’ ANVO.



Manca ancora da posizionare un elicottero sul ponte di volo, però c’è la difficoltà di rintracciare un modello in scala esatta. Siamo quasi alla fine e chi fa questo genere di lavori sa benissimo che la fine arriva il giorno in cui, alzando lo sguardo dal lavoro appena ultimato, si chiede: “e adesso cosa faccio?”
E scopre che non c’è più niente da fare perché è già stato fatto tutto (o quasi).



Allora gli sguardi si incrociano e si interrogano quasi con un senso di panico per paura di aver dimenticato sicuramente qualcosa. Poi l’espressione vira ad una soddisfazione intensa nell’ammirare l’opera finita e, quasi non si volesse smettere, ci si scopre a dare ancora un ritocchino qui ed una lucidatina in più qua e là, mentre si ripongono gli attrezzi. Adesso è proprio finita, la nave è lì che vien voglia di salire in plancia ….



… accostarsi al telegrafo di macchina e sussurrare “libera a poppa e a prua e … avanti adagio” (un po’ di romanticismo non guasta: in realtà sulla nave vera si sarebbero schiacciati dei bottoni e spostate delle levette). Ma adesso è finita davvero … quant’è bella, fresca di vernice ma soprattutto di attenzioni, mai mancate in questi due lunghi anni: ci si scopre di essere quasi affezionati a questa nave in scala ridotta.






E com’è venuta bene!
Anche l’elicottero è arrivato!
Così il restauro dell’Andrea Doria, che ha comportato oltre 4.000 ore di lavoro, si è trasformato in una esperienza indimenticabile: per tutto questo tempo ha offerto a quanti vi hanno contribuito l’occasione di operare con spirito di collaborazione su un progetto condiviso, ciascuno mettendo a disposizione la propria abilità e passione per il modellismo navale. E di questo dobbiamo essere riconoscenti a chi, più o meno consapevolmente di quello che sarebbe successo, ha dato all’Associazione questa opportunità unica, almeno per portata e coinvolgimento.
