La storia di come si sia riusciti a trasportare il modello da Roma a Carimate (CO) e gli antefatti sono stati raccontati all’epoca in un articolo del giornalino dell’Associazione. (Lettera n.3/2006-132 del 10/04/2006) di cui ne riportiamo uno stralcio.
L’Incrociatore Andrea Doria è arrivato a Carimate”
di Fabio Puleyo
“No, non ha sbagliato rotta. Il protagonista di questa storia, che solo l’anno scorso sembrava fantastica ed anche un pò inverosimile, è soltanto un modello in scala ridotta, ma non più di tanto, dell’Incrociatore della Marina Militare Italiana. Grazie all’entusiasmo e alla tenacia del socio Gianni Di Stasio, validamente coadiuvato da altri soci come Duilio Curradi, Rolando Maeran, Enrico Effalli, per non parlare anche di alcuni artigiani che ci hanno regalato un poco del loro tempo e della loro professionalità (ed anche del materiale), è stato possibile organizzare il trasporto del modello da Roma a Carimate. “


Un’operazione che è stata condotta in maniera impeccabile e … la storia è diventata realtà.
Prima però occorre una premessa
Attraverso i contatti che Gianni mantiene con i Comandi della Marina, si era saputo che in una caserma di Roma era esposto un modello dell’Incrociatore Andrea Doria, ma che, per esigenze di spazio, la Marina era costretta a disfarsene e lo avrebbe ceduto volentieri ad una associazione di modellisti, anche perché il modello aveva bisogno di un pò di manutenzione. Subito Gianni si è attivato coinvolgendo con il suo ottimismo altri soci e, trovata presso il Comune di Carimate la disponibilità a cedere un locale per l’esposizione del modello, sulla base di due foto e quattro misure trasmesse per telefono, i nostri sono partiti a costruire una struttura atta a contenere il modello per il trasporto da Roma al Centro Civico di Montesolaro. Adesso per capire di cosa stiamo parlando e per comprendere meglio il lavoro dei nostri, occorre proprio dire che si tratta di un modello in legno lungo 6 metri e pesante almeno 250 kg: la struttura quindi doveva essere autoportante e dotata di ruote per permettere il movimento di tutto l’insieme oltre che per il carico ed il trasporto da Roma, anche per futuri trasferimenti in altri posti dove l’ANVO. esibirà i suoi modelli.
Ma non è finita qui!Infatti, una volta realizzata la struttura (e che struttura) con un basamento formato da longheroni in legno da 15 x 5 cm di spessore, lunghi 6,5 m, legati con piastre in acciaio e con dei montanti alti 2 m sapientemente controventati in modo da reagire alla flessione del basamento durante il sollevamento per il carico sul camion, si trattava poi di smontarla, trasportarla a Roma presso la caserma della Marina, arrivare a Roma subito dopo la consegna della struttura, rimontarla, caricarci sopra il modello, imballarlo, caricarlo sul camion per il trasporto a Carimate e tornare a casa, il tutto nella stessa giornata (e anche parte della notte).


Quattro cosette che a dirle si fa presto, ma a organizzarle, far coincidere i tempi e poi trovarcisi impegnati in prima persona è tutt’altra cosa …
… Questo è un riassunto volutamente conciso dell’operazione, giusto per dare un’idea di come si siano svolti i fatti a chi non li ha vissuti da vicino.
… Ma non è ancora finita, infatti il modello ha bisogno di una accurata ristrutturazione che coinvolge sia lo scafo che le sovrastrutture, le dotazioni di coperta, gli equipaggiamenti.
Ed è qui che comincia il bello per i soci, perché c’è modo di mettere alla prova la propria passione, le proprie indubbie capacità e la pazienza: infatti non si tratta di prendere pennello e vernice e dare una bella rinfrescata, ma bisogna cominciare con il reperimento delle informazioni sull’allestimento originario della nave, con lo studiarne la documentazione, le illustrazioni, i disegni e quant’altro saremo capaci di procurarci, occorre mettere a punto un piano di lavoro organico e occorre infine … mettersi all’opera ….