A cura di Duilio Curradi
Articolo pubblicato su L’Hobby della Scienza e della Tecnica
Una idea utile per i modellisti navali che riproducono navi moderne. Nei numeri precedenti di “L’hobby della Scienza e della Tecnica” avete trovato descritti i modelli di due importanti transatlantici: Il Titanic e il Normandie. Questi modelli, in scala 1:100, sono interamente autocostruiti, ovvero tutti i particolari sono stati realizzati sulla base di disegni e, soprattutto, fotografie. L’attrezzatura utilizzata è stata assai semplice. Nulla più di quanto ogni modellista normalmente possiede nel suo “cantiere”. Niente torni o frese o tecniche particolari. In questo articolo trovate descritta la tecnica utilizzata per realizzare gli oblò che si vedono nelle fotografie:
E’ un’apertura circolare praticata sui fianchi delle navi formata da una struttura di metallo e da un cristallo molto robusto. Destinato a fornire luce e aerazione ai locali interni, l’oblò è spesso apribile. Gli oblò sistemati nei ponti inferiori, ovvero più prossimi alla linea di galleggiamento, non sono apribili e sono muniti di corazza, ovvero di robusti sportelli metallici interni che devono essere chiusi e bloccati con gli appositi galletti quando la nave è in navigazione e il mare è agitato. Il modellista navale conosce bene questo accessorio e spesso si trova a dover superare diversi problemi per la loro realizzazione. Se riproduce un rimorchiatore, un motoscafo o una nave da carico il numero degli oblò installati è abbastanza limitato. Se invece vuole realizzare il modello di un transatlantico, allora il loro numero diventa veramente grande. Ci sono oblò di tanti tipi e di tante dimensioni. In commercio se ne trovano di già fatti ma non sempre riescono a soddisfare le esigenze del modellista, ovvero non riproducono fedelmente quelli originali. E poi, se ne servono molti, la spesa non è indifferente. Allora bisogna costruirseli, ed è proprio questa la scelta che ho fatto io per gli oblò dei miei modelli. Adesso vi racconto come ho fatto. Io ricavo i miei oblò dai tubetti di ottone, di vario diametro, facilmente reperibili nei negozi di modellismo e dal filo di ottone del diametro di 0,6 mm che si trova nei negozi di ferramenta. I vetri li ricavo da fogli di acetato dello spessore di 1 mm. Comincio con il prendere un pezzo di truciolato e pratico una serie di fori di diametro corrispondente ai tubi che andrò ad utilizzare. Poi faccio una spirale di filo di ottone dalla quale taglio tanti piccoli anellini che vado a saldare all’estremità del tubo che sporge, appena, dal pezzo di truciolato.

E’ meglio farne delle piccole serie, ad esempio quattro o sei per volta. Ciò sveltisce il lavoro e facilita l’operazione di sgrossatura che si vede nella foto.

La lima che si vede è abbastanza grossa ma l’importante è tenere la mano leggera. Un colpo maldestro potrebbe far sparire tutto. Bisogna stare attenti a limare la superficie quanto basta perché l’anello saldato assuma l’aspetto di una flangia. Poi si sfilano i tubi e, con una lima più piccola prima, e con della tela smeriglio poi, si rifinisce l’esterno sotto la flangia come si vede.

Con una lima mezzo tonda o con un codino di topo si finisce l’interno dell’oblò, proprio là dove si dovrà incastrare il dischetto di acetato che assolverà la funzione del vetro.

Qui bisogna stare attenti perché gli oblò che, nei modelli naviganti, sono sistemati nella scafo, soprattutto nei ponti inferiori, devono essere perfettamente stagni. Bisogna quindi fare in modo che si formi una leggera svasatura verso l’esterno per facilitare l’inserimento e l’incastro del disco di acetato che costituirà il “vetro”. Utilizzando una dima montata sul seghetto elettrico da traforo si taglia il tubetto un po’ più lungo di quella che sarà la misura definitiva dell’oblò.

L’ultima operazione che riguarda la parte metallica consiste nel far diventare gli oblò tutti di uguale lunghezza. Ciò si ottiene facilmente con una dima forata di legno, protetta superiormente da metallo, dello spessore voluto. Si inseriscono gli oblò con la flangia verso il basso e, con una lima, si elimina la parte superiore eccedente.

La foto mostra un buon numero di oblò già pronti per la finitura definitiva.
L’ultima operazione consiste nel dotare l’oblò di vetro. Ovvero inserirvi, come già detto, un piccolo disco di acetato. Prima di tutto bisogna costruire una fustella della misura giusta. Si prende un pezzetto del tubo usato per fare l’oblò. Lo si inserisce nel trapano, montato orizzontalmente, e, mentre gira, con un codino di topo si svasa dall’interno verso l’esterno. Poi, con una lima piatta fine si lima esternamente verso l’estremità. In questo modo l’estremità del tubetto diventa tagliente. Non solo. Il diametro del “taglio” risulterà leggermente superiore al diametro interno dell’oblò favorendo il taglio di dischi di diametro appena superiore al diametro interno dell’oblò (questo garantisce la tenuta). Poi bisogna costruire il “vetro”. Si fissa, con dei chiodini, un pezzo di acetato da 1 mm di spessore ad un pezzo di legno (va benissimo un ritaglio di compensato di pioppo da 5 mm). Si avvicina l’acetato alla fustella che sta ruotando nel trapano e “zac”, viene ritagliato un perfetto dischetto che si andrà ad incastrare, forzando un po’, all’interno dell’oblò. E’ consigliabile estrarre ogni singolo dischetto, ogni volta tagliato, altrimenti si impasta tutto. Fin qui si vede come costruire un oblò “normale”. Ma, in molti casi, gli oblò sono un po’ particolari. Ad esempio possono essere dotati di riparo superiore oppure hanno dei riporti interni che rendono la “luce” tendente alla forma rettangolare. Nel primo caso si tagliano delle striscioline di lamiera di ottone molto sottile (carta di Spagna) e si arrotolano intorno ad un tubetto per farne una spirale dalla quale si ricavano dei semicerchi (semispire) che, con molta cura, si saldano esternamente alla flangia dell’oblò. Nel secondo caso si praticato due piccoli tagli sul tubo, dietro la flangia, nei quali si inseriscono dei pezzetti di lamiera da saldare accuratamente. Poi si lima via, dall’esterno, il materiale eccedente. Il disco di acetato deve essere infilato dall’interno. Fin qui la tecnica usata per costruire gli oblò dei modelli citati all’inizio. Naturalmente ogni modellista saprà realizzare i propri particolari al meglio in modo da soddisfare le proprie esigenze.
Buon lavoro e buon divertimento!