Siluro Lenta Corsa

Il siluro a lenta corsa (detto comunemente maiale) è derivato dal siluro S. Bartolomeo di Raffaele Rossetti, usato nella prima guerra mondiale per affondare la corazzata austriaca Viribus Unitis. Questo progetto di derivazione fu ideato nel 1935[1] dal capitano del genio navale Teseo Tesei, che morì successivamente in azione con un suo maiale a Malta. Il 19 dicembre 1941 i maiali (usati dalla Xª Flottiglia MAS) effettuarono la loro azione più nota, l’affondamento delle navi da battaglia britanniche HMS Valiant e HMS Queen Elizabeth. I militari italiani, per riuscire a fornire questi siluri alle numerose basi segrete (un esempio è la base dell’Olterra), facendoli passare inosservati, dovevano smontarli e trasportarne i vari pezzi separatamente fino a destinazione, dove poi venivano rimontati. Numerose azioni militari furono compiute dai maiali nel corso della seconda guerra mondiale, anche da parte degli inglesi che crearono i chariots copiandoli dagli esemplari italiani catturati.I primi siluri a lenta corsa elaborati poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, erano lunghi 7,30 m e avevano un motore elettrico di 1,6 HP di potenza; l’alimentazione era fornita da una batteria d’accumulatori. La velocità massima era di 3 nodi con un’autonomia di circa 15 miglia alla velocità di 2,5 nodi. Il trasportatore era dotato di timoni di profondità e di direzione, di casse assetto e di strumentazione comprendente una bussola magnetica, un profondimetro, un orologio, un voltmetro, due amperometri ed una livella a bolla d’aria per il controllo dell’assetto longitudinale. Il trasportatore era costituito da tre sezioni: nella prima, di forma arrotondata per favorire la navigazione del mezzo, era collocata la carica (230 kg circa di tritolite) con i relativi congegni di scoppio. Tale parte, chiamata testa di servizio, veniva staccata dal resto del mezzo e applicata sotto la chiglia della nave. La parte centrale, di forma cilindrica denominata corpo centrale, conteneva le batterie ed esternamente le strutture sulle quali erano ricavati i posti per i due operatori. Nella terza, di forma tronco conica denominata coda, era alloggiato il motore e l’armatura che portava le eliche e i timoni.

Siluro a Lenta Corsa esposto al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano

Tipologia di attacco

I siluri a lenta corsa sono chiusi in appositi cilindri a tenuta stagna, disposti sulla coperta del sommergibile avvicinatore, all’interno del quale si trovano gli assaltatori. Per mettere in mare i siluri a lenta corsa, il sommergibile deve avvicinarsi il più possibile al porto nemico, tenendo conto delle difficoltà naturali e di quelle costituite dalla difesa nemica. Usciti dal sommergibile gli uomini tirano fuori i siluri a lenta corsa dai cilindri e si accertano che non abbiano subito danni durante la navigazione. Quindi procedono a tutta velocità verso l’imboccatura del porto seguendo le indicazioni della bussola luminosa. Durante l’avvicinamento l’equipaggio tiene la testa fuor d’acqua per orientarsi e per respirare l’aria naturale; intanto la velocità viene ridotta all’avvicinarsi del raggio di sorveglianza delle sentinelle nemiche. In caso di pericolo, il siluro a lenta corsa compie un rapida immersione sparendo sott’acqua. All’imboccatura del porto si trova solitamente una rete di protezione, per oltrepassare la quale il “maiale” cerca un varco sottostante, se esiste, oppure viene creato con l’alza-rete o il taglia-rete. Una volta all’interno del porto, a bassa velocità e con mezza testa fuori d’acqua (“quota occhiali”) l’SLC si dirige verso il bersaglio assegnato (una nave) fino ad avvicinarsi ad una trentina di metri, dopo di che si immerge fin sotto la nave. Qui emerge lentamente fino a toccare la carena della nave bersaglio. Mentre il pilota controlla il “maiale”, il secondo uomo procede a fissare una cima fra le due alette di rollio che stanno su ciascun fianco della carena. Una volta fissata la cima, il secondo stacca la testa del “maiale”, dove si trova la carica con 300 kg di esplosivo, e la collega alla cima, sotto la carena della nave bersaglio, regolando la spoletta ad orologeria per le seguenti due ore e mezzo. Dopo di che, l’equipaggio si allontana emergendo lentamente e torna al sommergibile avvicinatore.

Da: Wikipedia, l’enciclopedia libera

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