A cura di Olindo Foletti
Il “Naét” è una imbarcazione del lago d’Iseo, caratterizzata dalla linea affusolata, con fondo piatto e fasciame sovrapposto, nei tratti essenziali ricorda la veneziana “Mascareta”. Questa barca è stata utilizzata anticamente e fino al XX secolo quale barca da pesca. Attualmente viene usata come barca da regata, per manifestazioni folcloristiche e comunque per attività legate al turismo. La particolarità che la distingue da altre barche non è lo scafo, bensì i remi. Detti remi (usati solo nel lago d’Iseo) sono in


legno, lunghi circa 4,30 mt, piuttosto pesanti, con la pala ancorata all’asta mediante una apposita ghiera metallica e viti. La pala è lunga e stretta, spiovente nel senso della remata, ed è abbastanza faticosa da estrarre dall’acqua al termine della “passata in acqua” prima di cominciare la “ripresa”. I remi venivano ancorati allo scalmo, costituito da un chiodo d’acciaio piantato nella “galiurna”, mediante un anello anticamente in salice, poi sostituito da una fascia di teflon tornito.
Essi erano legati allo stesso chiodo tramite una funicella fissata ad una estremità della pala e all’altro estremo alla fascia interna dell’imbarcazione. Il tutto consentiva ai pescatori di abbandonare i remi, i quali si adagiavano alle fiancate lasciando libero l’interno della barca offrendo più spazio per operare. Il sistema di fissaggio della pala all’asta rendeva inoltre relativamente facile la sua sostituzione in caso di rottura.
