A cura di Olindo Foletti
Anch’io, come certamente tutti voi, ho comperato del pesce, sia fresco che surgelato, e mi sono chiesto come sia possibile la conservazione di questo delicato alimento. La risposta è stata ovvia, è grazie al frigorifero. Ma mi sono anche chiesto: ma quando il frigorifero non c’era ?
Di conseguenza ho fatto una piccola ricerca, ristretta ai pescatori del medio e alto Adriatico, che andavano per mare a bordo dei Bragozzi, e capire come riuscivano a sbarcare il pesce abbastanza fresco se non addirittura vivo. Quando i Bragozzi pescavano in squadra e stavano fuori più di una settimana uno di essi faceva la spola con la terraferma per trasportare il pescato ancora fresco. Di solito il gruppo di barche si trascinava dietro una Marotta, di questa parlerò più avanti. Se un bragozzo pescava da solo o in due o tre, allora si trascinava dietro un “Vier”, forma dialettale di definire un vivaio. Questi vivai avevano la forma di una barca, con le ordinate in rovere ed il fasciame in larice. Lateralmente erano provvisti di fori per consentire il ricambio dell’acqua e quindi conservare a lungo il pesce. Questi vivai assumevano nomi diversi in rapporto alle dimensioni:
- Burchielli con lunghezza di circa 4 m
- Burchi con lunghezza di circa 5 m
- Marotte con lunghezza tra gli 8 e 14 m
E’ evidente che queste ultime, viste le dimensioni che a volte superavano quelle del Bragozzo, erano riservate ad un gruppo consistente di barche. Io sto costruendo un modello di questi vivai, e prossimamente vi mostrerò qualche fotografia oltre ai disegni costruttivi, per il momento accontentatevi di questa stampa.
